Avvocato, iscritto all’Albo delle Magistrature Superiori.
Si occupa prevalentemente della materia penale e scienza dell'investigazione.
Già docente presso l’Uniter –Uniel di Arezzo, Capolona e Pratovecchio è stato docente per alcuni anni presso istituti scolastici superiori con contratti a progetto per l’insegnamento della storia e della storia del diritto. Collabora alla Scuola di Formazione Forense di Arezzo.
Ha rivestito la carica di Presidente, ed attualmente è Consigliere della Camera Penale di Arezzo.
Ha trattato numerose processi penali di rilevanza mediatica ed ha partecipato a convegni in materia penale e scientifica con personaggi di specchiata professionalità e considerevole calibro.
E’ membro del Comitato etico di Acisf (Accademia Scienze Forsensi di cui è presidente il Gen. L. Garofano) per cui ha partecipato, quale oratore, al II e III Congresso Nazionale. Da ultimo, fa parte del Comitato Scientifico di AICIS – Associazione Italiana Criminologi Per l’Investigazione e Sicurezza.
Saggista e studioso del periodo e delle fortificazioni medioevali, il suo interesse personale si è più volte concentrato sulla storia del territorio di Arezzo con saggi e libri scientifici pubblicati sull’argomento, vincendo anche premi. Numerose le pubblicazioni sul tema.
E’ Accademico presso l’Accademia Petrarca di Arezzo.
Consigliere Scientifico Nazionale dell’Istituto Storico Italiano per i Castelli ha tenuto convegni a livello nazionale; per la Società Storica Aretina è membro del Comitato Scientifico di redazione, Consigliere, nonché socio fondatore.
Il trauma dei templari
Analisi psicologica del processo ai templari
I Templari, nell'immaginario collettivo mito-poietico ma anche in larga parte della letteratura storica che parla di tale Ordine monastico-cavalleresco, incarnano la figura del Cavaliere "senza macchia e senza paura". Dei monaci-guerrieri temuti e rispettati, sovente dipinti come invincibili. Nei secoli successivi alla loro scomparsa molte persone hanno intravisto nella figura dei monaci guerrieri un simbolo di forza e di spiritualità in cui immedesimarsi e su cui plasmare la propria condotta di vita. Attualmente il successo e il proliferare di ordini neo-templari in tutto il mondo sembra confermare questa ipotesi. Ma era realmente così? Il loro abito bianco rosso-crociato li rendeva impermeabili alle debolezze umane, allo stress, e alle frustrazioni? Oppure erano semplicemente degli uomini e come tali soggetti al disagio psicologico, alle ansie, alla tristezza? Leggendo con attenzione i documenti del "Processo ai Templari" questa immagine di guerriero invincibile in realtà viene notevolmente ridimensionata. I tre Autori sono molto diversi tra loro: uno studioso del medioevo, di fortificazioni, avvocato penalista e criminologo (Simone De Fraja), uno psicologo e criminologo (Marco Strano), uno studente universitario di storia da sempre appassionato di Templari (Diego Volpe) ma sono accomunati da un’idea ambiziosa, quella di comprendere ed analizzare una serie di accadimenti drammatici, vissuti "in soggettiva" da coloro che li hanno subiti. Si narra, in quella dolorosa fase, anche di diversi suicidi avvenuti nelle carceri dove i Templari erano detenuti a partire dal 1307. Questo testo vuole indagare proprio quel lato umano dei Cavalieri del Tempio e propone un'analisi sommaria della cronologia dei fatti che hanno composto il "Processo ai Templari", partendo dagli arresti dei Templari all'alba del 13 ottobre 1307 fino a giungere all'esecuzione, nel 1314, del loro gran maestro Jacques De Molay. L'obiettivo è quello di evidenziare e di spiegare ciò che è stato per quegli uomini particolarmente traumatizzante dal punto di vista psicologico. Oltre ad un attento studio delle fonti storiche disponibili, è stata effettuata dagli Autori una lunga spedizione archeologica in alcuni luoghi di svolgimento del processo e di detenzione dei Templari in Francia ed è stato realizzato un reportage fotografico divenuto poi un elemento fondamentale di arricchimento dell'opera per trasferire al lettore informazioni più esaustive ed emozioni.
La Bussola, 2004
La vicenda della Dama Bianca di Poggio Catino riguarda un “cold case” di più di 500 anni fa, un femminicidio che secondo la leggenda sarebbe avvenuto nel basso medioevo nel caratteristico borgo della Sabina. La storia della donna murata viva in una segreta del castello ha avuto molto risalto negli anni, a partire dalla scoperta del suo scheletro nel 1933, ma è rimasta sempre avvolta in un alone di mistero e solo ora si è cercato di fare luce sul suo omicidio per la prima volta con metodi scientifici.
Gli autori di questo saggio, Marco Strano, Dirigente della Polizia di Stato in quiescenza e Simone De Fraja, Avvocato Penalista ed esperto di fortificazioni, hanno svolto una approfondita indagine su questo intricato caso di omicidio con moderne tecniche investigative e i risultati ottenuti, descritti nel libro, sono affascinanti quanto sorprendenti.
Il mistero della donna murata viva a Poggio Catino ha ora finalmente una soluzione.
Phasar Edizioni, 2021
«Non si esce vivi dalla vita. È una sentenza da cui non si può prescindere per vivere al meglio. Questo saggio che avete tra le mani è un modo per ridimensionare i problemi e riderci su, ricordandosi che a tutto c’è rimedio tranne che all’osso del collo, come scriveva Bacchelli nel suo più noto romanzo ‘Il mulino del Po’. Simone De Fraja dà alle stampe un’opera geniale che mitiga in modo eccelso la paura e l’ilarità della morte.»
(Alessandro Meluzzi)
«Il terrore di una morte “insignificante” era un pensiero costante, rimuginato per tutta la vita e probabilmente, durante i periodi di guerra.
E se una morte casuale, goffa e disonorevole dovesse però giungere?
Il libro di Simone De Fraja racconta diverse morti “ridicole”, morti impreviste e casuali, che provocano ilarità più che commiserazione, sorpresa più che orrore. E la sensazione che si prova a leggere il suo arguto testo è piacevole e sedativa. Riuscire a ridere della morte ha decisamente un effetto ansiolitico».
(Marco Strano)
Letizia Editore, 2022
Dopo molti anni di attesa, gli uffici giudiziari di Arezzo, già variamente dislocati nella città, sono ora riuniti in un unico complesso edilizio: il "Palazzo di Giustizia", costituito dal ristrutturato edificio "Garbasso" e dalla moderna costruzione la "Vela" progettata dal Prof. Manfredi Nicoletti ed edificata ex novo.
La realizzazione del "Palazzo ", e quindi di un unico polo giudiziario cittadino, rappresenta un momento positivo di grande rilievo. Vengono meno quei gravi disagi di natura logistica e funzionale che in precedenza appesantivano l'accesso dei cittadini alla giustizia. Soprattutto, viene resa più efficiente l'attività di magistrati, avvocati e personale amministrativo; di quelle categorie, cioè, deputate al fondamentale, per i cittadini tutti, servizio giustizia.
Con la presente pubblicazione, il Consiglio dell'Ordine ha ritenuto opportuno sottolineare un momento importante per l'amministrazione della giustizia in Arezzo.
La pubblicazione è stata curata - con le consuete e già apprezzate competenza e passione per l' approfondimento storico - dal nostro iscritto Avv. Simone De Fraja.
Al Collega va il sentito ringraziamento del Consiglio per la generosa disponibilità.
Arezzo. Novembre 2007.
Avv. Vincenzo Iodice
Presidente dell'Ordine degli Avvocati